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Intervista a Mariangela Sicilia: Il canto è Democrazia

Intervista a Mariangela Sicilia: Il canto è Democrazia - Ph Ugo Carlevaro e Ewa Lang

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Benvenuta Mariangela,

la prima domanda che vorrei porti riguarda il tuo percorso di vita personale unitamente a quello professionale, nasci in un piccolo paese della provincia di Cosenza in Calabria, dove inizi gli studi del pianoforte e successivamente ti diplomi in Canto presso il Conservatorio S. Giacomantonio, per poi arrivare a cavalcare i più prestigiosi Teatri Internazionali tra cui Milano, Napoli, Bologna, Roma, Palermo, Torino, Pesaro, Parigi, Amsterdam, Muscat, Salisburgo, Sydney, Montecarlo.

 

I. Ripensi mai ai tempi dove tutto questo poteva apparire solo come un sogno?

 

Si, devo dire che all’inizio è stato straniante, mi sembrava di vivere due vite totalmente diverse. Ora invece, sento dentro di me sia la bambina che viveva nel paesino di 900 abitanti che quella che sono oggi.

Non rimpiango nulla ed anzi sono contenta di essere nata e cresciuta in un ambiente “famigliare”, che mi ha dato delle basi sane.

Infatti proprio il fatto di venie da un piccolo paese mi ha permesso di sviluppare la mia fantasia ed il mio pensiero, ho fatto fatica all’inizio ma è stata una fatica propedeutica a quelle successive: non è facile staccarsi dagli affetti per seguire un sogno come quello della musica.

Nel tuo curriculum spicca la tua formazione multidisciplinare: ti sei approcciata allo studio del pianoforte e del canto, della recitazione e dizione calcando il palcoscenico anche come attrice di prosa; contemporaneamente hai frequentato la facoltà di Tecnologia per la Conservazione e Restauro e stai ottenendo la Laurea Magistrale in Archeologia.

 

II. Pensi che sia stato importante per l’artista e la donna che sei oggi, attingere a realtà diverse fra loro? Hai trovato degli stimoli utili ed interessanti per affrontare delle sfide appartenenti ad un altro campo?

 

Il cantante lirico è un lavoro sociale e per fare un lavoro sociale bisogna avere delle conoscenze a 360°, non nozioni prese a caso su internet, ma invece è molto importante non focalizzarsi solo sul canto ma direi su tutto.

“ Sul palco portiamo vite ed esperienze di altre persone ed è nostro compito prestare corpo ed anima e la nostra voce. ”

Per quanto riguarda lo studio del Canto sei stata selezionata come Allieva della Scuola dell’Opera del Teatro di Bologna (2009/2010), l’Accademia Mozartiana di Aix en Provence 2011, e l’Accademia Rossiniana di Pesaro (2012), ti sei specializzata con nomi di fama come Leone Magiera e Fernando Cordiero Opa.

 

III. Cosa hai imparato dai grandi nomi con i quali hai potuto formarti? Non solo a livello musicale, ma anche umano.

 

La formazione è sicuramente un tassello fondamentale per gettare basi solide, i miei Maestri hanno dato ognuno il loro personale contributo per creare una sfumatura diversa della mia persona e tutti insieme hanno fatto sì che io diventassi chi sono oggi.

Sono persone che mi hanno tramandato l’importanza di curare la preparazione a tutto tondo, non solo vocale, ed anche io personalmente non sono un amante di chi si focalizza solo sul come affrontare un acuto tecnicamente, ma la psicologia del personaggio e la partitura nel suo insieme.

In una precedente intervista parli del cantante paragonandolo ad un atleta, rimarcando l’importanza dello studio efficace e della presenza di una guida, un allenatore che possa indirizzarti all’espressione massima delle proprie potenzialità.

 

IV. Ci sono delle figure alle quali ti ispiri e che hanno illuminato il tuo percorso dal punto di vista dell’approccio e dei valori? Sei fan di qualcuno? (non per forza nella musica) Quali sono le sfide che un professionista ai tuoi livelli deve saper gestire?

 

Facendo riferimento alla traccia estratta per l’esame di Maturità 2024, sicuramente Rita Levi Montalcini è una delle persone a cui mi sono ispirata fin da piccola, mi sarebbe piaciuto conoscerla.

Quando parlo di atletismo nel canto parlo della dedizione giornaliera che non riguarda il fare solo i vocalizzi, ma riguarda tutto il corpo ed il modo di pensare. Come un atleta che si prepara per le Olimpiadi e inizia il suo percorso anni prima di questi appuntamenti allo stesso modo non si può pensare di debuttare un ruolo senza averlo maturato ed affrontato con la giusta consapevolezza ed attenzione.

Tra i ruoli in cui hai riscontrato più successi ci sono quelli Pucciniani, tra cui il recente debutto scaligero ne La Rondine di Giacomo Puccini nei panni di Magda, ma anche Mimì e Liù. Personalmente, credo che la tua vocalità morbida e sul fiato sia davvero in linea con il legato che viene richiesto in questi ruoli.

 

V. Ci sono delle caratteristiche di questi personaggi in cui ti rivedi e in cui senti che il tuo strumento può esprimere fortemente le caratteristiche drammaturgiche?

 

Si, sento molta sintonia fra la scrittura Pucciniana e la mia voce proprio perché viene richiesto un legato, una morbidezza che sento mie. Ovviamente questo discorso vale per i ruoli che ad oggi appartengo alla mia vocalità, ossia quella del soprano lirico, per ora non mi azzardo ad affrontare ruoli che sento richiedere un altro tipo di sostegno come ad esempio Butterfly o Fanciulla.

” La limpidezza, la dolcezza, la purezza mi accomunano a Mimì, Liù e Magda, ed è proprio in nome di queste caratteristiche che amo cantare Puccini. “

Il tuo repertorio spazia da Mozart, Bellini, Donizetti a Verdi e Puccini, ed in una recente intervista spieghi l’importanza di sentirsi pronti per un ruolo proprio per poterlo accettare e proporlo al pubblico.

 

VI. Pensi sia fondamentale avere una visione ad ampio spettro della propria voce e carriera?

 

Si! Bisogna avere chiaro in che direzione ti spinge la voce anche se ci sono cose che si capiscono solo gradualmente e durante il percorso, motivo per cui è importante affidarsi alle giuste guide e perfezionarsi continuamente.

Ed anche saper dire di no, come dicevo prima per Butterfly,  ancor di più saper riconoscere il momento giusto soprattutto anche dal punto di  vista emotivo, saliamo in palco con una carica emotiva che va considerata nelle scelte.

 

Ricordo con molta emozione Il Rigoletto al Maggio Musicale, perché in quell’occasione avevamo condiviso il palco, ci tengo a sottolinearlo perché in quest’intervista vorrei far trasparire dei lati umani a cui il pubblico purtroppo non può assistere, qualche elemento behind the scenes. Una delle cose che mi aveva maggiormente colpito era la gentilezza e la professionalità con cui ti sei approcciata ai colleghi del Cast e del Teatro.

 

VII. Quanto è importante per te il rapporto con i colleghi? Quanto sono importanti le energie relazionali in palcoscenico? Come riesci ad affrontare autori e stili diversi anche con poco lasso di tempo fra gli impegni che devi affrontare?

“ Il canto è democrazia. sul palcoscenico si creano degli equilibri e per cui è importante mantenere l’armonia con tutti … ”

dal piccolo al grande ruolo, tutti concorriamo allo stesso fine ossia rendere l’opera piacevole ed emozionante al pubblico. Siamo tutti sulla stessa barca! Mi immedesimo molto nei giovani, so quanto sacrificio e determinazione ci vogliono e quanti possano essere anche i momenti di sconforto da affrontare.

Si possono affrontare autori e stili diversi ma non facendo dei salti, ad esempio cantare Regina della Notte e successivamente Butterfly non è consigliabile.

E’ importante avere rispetto della propria vocalità e degli equilibri di repertorio, non solo per la resa ma per la salute dello strumento.

 

C’è ad oggi un Direttore e/o Regista con la quale hai creato un rapporto lavorativo simbiotico e che pensi abbia/no influenzato in meglio l’artista che sei oggi?

 

Non posso non citare Graham Vick, in particolare dopo la nostra Bohème al Teatro Comunale di Bologna. E’ stata una delle esperienze che porterò con me sempre, un grande onore poter affrontare una partitura di questa delicatezza con una persona di così spiccata sensibilità.

IX. Il cantante è al servizio del compositore o è la musica ad essere un mezzo di espressione del genio artistico del cantante?

 

Siamo tutti, compreso il compositore, al servizio della Musica.

Ma soprattutto, ricordiamoci che nell’Opera noi raccontiamo un storia e quindi è sempre fondamentale trovare l’equilibrio fra la parola e la musica, per me gran parte della ricerca riguarda il trovare la perfetta armonia fra questi due aspetti.

Valentina Corò

Nasce a Venezia nel Dicembre ’94. In seguito agli studi in Canto Lirico presso il Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia, viene ammessa nel programma YAP del Maggio Musicale Fiorentino dove debutta nei panni di Senta nel Der Fliegende Holländer di R. Wagner con Venti Lucenti; successivamente lavora con nomi di fama internazionale quali Zubin Mehta, Daniel Harding, Marco Armiliato, Francesco Ciampa, e Davide Livermore, La Fura dels Baus e condividendo il palcoscenico con cantanti quali Javier Camarena, Lise Davidsen, Saioa Hernandez, Mariangela Sicilia, Piero Pretti, Rosa Feola, Nicola Alaimo e molti altri. Contemporaneamente si laurea presso l’Università Ca’ Foscari in Economics & Management, successivamente ottiene la specializzazione in Arts Management e nel 2024 il master in Gestione della Risorse Umane (HRM), People Management. Si considera una personalità fortemente eclettica e curiosa, con un profondo interesse per tutto ciò che contraddistingue il raggiungimento dell’eccellenza in ambiti artistici, sportivi, e di team.

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