Ho avuto il piacere di incontrare Ekaterina Bakanova a Torino, in occasione di una delle repliche della Manon di Jules Massenet in cui ricopre il ruolo del titolo. L’ho intervistata fra i velluti e gli specchi del bellissimo “Foyer del Toro”, e quindi, nei camerini del Teatro; mentre Ekaterina raccontava di sé, del suo percorso e del suo lavoro, prendeva vita di fronte a me la sua Manon ispirata alla Brigitte Bardot del film “La Vérité”, sfrontata, ribelle, seducente e piena del fascino di una bravissima interprete.
Buongiorno a tutti; siamo nel Foyer del Toro, al Teatro Regio di Torino, e ho il piacere di avere con me Ekaterina Bakanova, che oggi interpreterà il ruolo di Manon nell’omonima opera di Jules Massenet.
Ciao, Ekaterina!
Ciao Ilaria!
Ti pongo subito la domanda che di solito faccio agli artisti che intervisto:
chi è Ekaterina Bakanova, sul palco e fuori dal palco?
Sono convinta che ognuno di noi porti un po’ della sua personalità nel ruolo che interpreta, perciò sono un po’ anch’io la Manon di Massenet, e condivido alcuni aspetti di questa personalità, che ritrovo anche in me.
“ Nella vita sono un’altruista, sono una persona generosa, sono disciplinata… ”
Tra l’altro sei anche una Bilancia… Oggi (20 0ttobre, ndr) è il compleanno di Ekaterina , quindi le facciamo tantissimi auguri!
Grazie, grazie tante! Sì, è una soddisfazione festeggiare, con questa opera, questa data, lavorando, facendo il mestiere che ho sempre voluto fare, sul palco in un Teatro così bello; perciò è una gioia in più!
Sul palco io sono prima di tutto quello che richiede il ruolo, la partitura, sono ciò che il regista vuole da me come cantante e come interprete; e nella vita sono una persona molto naturale, mi considero una persona aperta, molto amichevole, generosa, e detesto l’arroganza!
Ormai sei italiana d’adozione; raccontaci delle tue origini, un paesino ai piedi dei monti Urali, giusto? E anche il fatto che, come ho letto in una tua biografia, è stata tua nonna che ti ha un po’ indirizzato allo studio musicale…
Wow, si vede che sei preparatissima! Sì, è così. Nelle mie origini unisco il sangue ucraino perché mia mamma proviene da Melitopol, una zona dell’Ucraina, da dove poi sono tutti emigrati verso gli Urali; mia bisnonna, mia nonna, mia mamma provenivano di là. Il mio papà, invece, ha origini russe ed io sono nata al confine con il Kazakistan, appunto negli Urali, in una città molto piccola. La mia fortuna però è sempre stata quella di avere grandi maestri accanto a me e poter frequentare una scuola d’arte di grandissimo valore e pregio, che è stata anche premiata, a suo tempo, come una delle migliori strutture di istruzione musicale della Russia. Perciò ho avuto questa fortuna, di avere accanto grandissimi musicisti, che poi hanno influenzato molto la mia carriera.
Però io sono andata alla scuola musicale molto tardi, avevo già dodici anni, e allora per tutti gli strumenti musicali “nobili” come violino, pianoforte, flauto ecc. era troppo tardi iscriversi, erano già pieni ed io non avevo più l’età giusta per essere iscritta ed inserita in quel contesto. L’età massima era 6/7 anni. Erano disponibili solo balalaika ed accordion, cioè fisarmonica; e allora mia nonna, che era ancora viva, mi ha detto “Ah, devi scegliere assolutamente fisarmonica, così andrai a suonare durante le feste e avrai sempre i tuoi soldini in tasca!”.
Allora è stato deciso, e per cinque anni ho studiato fisarmonica, e mi hanno detto che ero molto musicale; per fortuna, però, poi la vita mi ha portato in un’altra direzione, e ne sono contenta.
Ah, queste nonne! Lo dico perché è stato così anche per me, è stata mia nonna a comprarmi il primo pianoforte, a portarmi a scuola di musica…
I nonni sono molto importanti, bisogna apprezzarli!
Sì, sono meravigliosi.
Nel 2020 sei stata insignita del prestigioso“Premio Internazionale Buone Pratiche 2020 – Sezione Cultura” da NewsReminder, in collaborazione con il Parlamento Europeo Ufficio Italia, per aver contribuito al rilancio dell’informazione, della cultura e dell’economia Italiana ed Europea nel difficile periodo del Covid; sei anche Ambasciatrice della Cultura italiana nel mondo, e sei impegnata in campagne di sensibilizzazione ed importanti battaglie civili.
Raccontaci come hai svolto e svolgi tuttora questi importanti compiti attraverso la tua Arte.
Sì, io ringrazio NewsReminder perché è stata una bellissima collaborazione, Reminder è un’associazione che promuove la cultura, l’economia e la politica sostenibile; abbiamo fatto diversi progetti insieme, specialmente concerti, presentazioni, charity dedicati ad esempio alla violenza contro le donne; poi ho partecipato ad un grande concerto per la Pace a Parigi, e diverse rappresentazioni dedicate alla sclerosi multipla, per combattere questa malattia, che purtroppo colpisce tanti giovani.
” Considero che questa sia un’attività importante, specialmente per un artista, e sono sempre disponibile per progetti di sostegno di questo genere, do sempre la mia apertura e sono fiera di poter portare la mia arte, la mia musica per sostenere questo tipo di attività. “
Ne sono molto felice.
Un bellissimo impegno, di cui ti ringraziamo.
Adesso parliamo di questo tuo ruolo, la Manon di Jules Massenet. Una Manon molto cinematografica, che vediamo prendere vita ispirandosi, negli intenti del regista Arnaud Bernard, a Brigitte Bardot.
Come ti sei preparata a questo ruolo? Hai studiato, oltre al tuo personaggio operistico, anche quello cinematografico di BB? E cosa c’è, invece, di Ekaterina in questa Manon?
Assolutamente sì, anche perché questo è il primo discorso che ci ha fatto Arnaud Bernard, un grandissimo regista; abbiamo anche fatto amicizia, e ho imparato tante cose nuove da Arnaud. Considero questa visione di preparare l’allestimento basandosi anche sulla figura di Brigitte Bardot molto interessante, perché la sua personalità come donna è molto simile a quella di Manon; alcuni punti di riferimento sono uguali, cose che Brigitte Bardot ha vissuto nella sua vita…certi punti della vita quotidiana di Brigitte Bardot sono stati inseriti nel contesto di questa produzione, e si uniscono in maniera incredibile anche con il libretto dell’opera. Perciò penso che la scelta di prendere la personalità di questa straordinaria donna e artista sia stata perfetta. Io ho studiato il film, ho guardato diversi film con lei, specialmente La Vérité; l’ho guardato diverse volte, per capire come lei si muove, l’attitudine, come usa le mani, i capelli, come fuma…abbiamo voluto riportare tutto questo nel personaggio della Manon, come cammina, la sua mimica. E secondo me tutto questo ci sta benissimo nel contesto di Bernard, che è riuscito, insieme alla grandissima, fantastica musica di Massenet, a creare una personalità molto fragile. Ecco, questa è la mia visione.
Bellissimo!
Questo è un periodo molto intenso per te: dopo aver debuttato la Regina Elisabetta in Roberto Devereux a Ginevra, e dopo questa Manon, ti stai preparando a un altro debutto, Fidelia in Edgar di Puccini, che aprirà la Stagione teatrale a Nizza, e poi interpreterai Elle ne La voix humaine di Poulenc a dicembre, a Rovigo. Ruoli molto differenti tra loro: in effetti, dando un’occhiata al tuo repertorio, si può apprezzarne l’estrema ricchezza, e la varietà dei tuoi ruoli.
Spiegaci come avviene per te la scelta e la costruzione di un repertorio tanto variegato, e in base a cosa riesci a costruire personaggi così diversi fra di loro!
Sì, vedi? So fare tante cose! (ride)
Prima di tutto… Grazie! Mi fa piacere che Opera Mundus segua la mia attività, è una bella soddisfazione vedere quest’attenzione rivolta a me, al mestiere che svolgo; sì, a me piace fare un repertorio diverso, mi piace molto anche il barocco, così come il repertorio moderno (ho registrato un CD di Šostakovič recentemente), perché penso che la tecnica, il modo di cantare, rimane sempre lo stesso quando si impara un ruolo nuovo, ma diversa è la stilistica. Bisogna saper usare diversi stili per saper cantare in maniera giusta e corretta, sapere quando bisogna bloccare i fiati per fare i cosiddetti “suoni bianchi” nel barocco… ad esempio io non faccio tutto il barocco, guardo prima lo spartito per vedere se la tessitura mi sta bene, se riesco ad affrontare la parte…e idem con il repertorio moderno, Poulenc mi piace tantissimo, e La voix humaine è una delle opere che ho sempre voluto fare; sarà una grande sfida, con tanto lavoro da affrontare ancora, da preparare; non mi arrendo, e ce la metto tutta, perciò sicuramente anche quella sarà una bella avventura, un bell’evento.
Non vedo l’ora di sentirti! Probabilmente sarò anch’io a Rovigo per ascoltarti.
Ah, che bello! Vi invito tutti a venire a queste recite a Rovigo, che saranno il 20 e 22 dicembre. E invece, per quanto riguarda Fidelia, anche questa è un’opera meravigliosa di Puccini, tutta belcantistica, bisogna dirlo, perché è una delle sue prime composizioni; è composta in una maniera pazzesca, perché è talmente sensibile, talmente ricca, e poi il coro! Tutte le parti del coro che accompagnano Fidelia…che poi secondo me è il ruolo più bello perché ha delle parti musicali molto commoventi…
Più del protagonista, se posso dirlo!
Eh, sì! Anzi, io, facendo queste due produzioni parallelamente, mi concentro per la maggior parte, ovviamente, sulla Manon, perché al momento sono qui e le recite di Edgar le abbiamo a novembre; però, anche là, non posso dire che io cambi la voce per farla diversamente, è un po’ più “lirica”, diciamo, per come è scritta, però richiede un altro approccio per affrontare la tessitura che richiede Puccini, l’orchestrazione di Puccini. Ma mi trovo molto bene, e secondo me è un ruolo che mi porterà fortuna…
… e noi te lo auguriamo!
Grazie, grazie mille! E poi, tra l’altro, farò un concerto con la RAI, un concerto di Natale, che sarà trasmesso il 25 di dicembre su Rai 1 dalla Basilica di San Francesco d’Assisi, con l’Orchestra Nazionale della Rai.
Segnatevelo, mi raccomando! Dobbiamo essere tutti sintonizzati per ascoltare Ekaterina.
Ecco, anche quell’evento è dedicato alla solidarietà e alla pace, e io sono molto felice di condividere il palco con artisti israeliani, palestinesi, io che unisco dentro di me origini ucraine e russe; penso che sia un pensiero importante, specialmente oggigiorno.
Sì, è un momento in cui abbiamo tanto bisogno di pace, questo.
Senti Ekaterina, non voglio rubarti altro tempo perché so che devi prepararti per la Manon,
ma ti chiedo ancora, per chiudere l’argomento repertorio, di svelarci un tuo sogno nel cassetto, un ruolo che non hai ancora avuto occasione di fare ma vorresti interpretare in futuro!
Allora…mi piacerebbe fare Blanche De la Force, dei Dialogues Des Carmélites (di Poulenc, ndr), un ruolo che mi ha sempre attirato, poi la Bolena (Anna Bolena è un’opera di Donizetti, ndr), Mélisande (da Pelléas et Mélisande di Debussy, ndr), mi piace molto il repertorio francese…anche la Thaïs di Massenet…
Bene, diciamo che abbiamo una “lista di sogni nel cassetto” che ti auguriamo di avverare!
” Mi piacciono ruoli che richiedono una certa “recitazione” “
perché mi piace essere “dentro il personaggio”; svilupparlo, portarlo dall’inizio alla fine, vedere come cresce…la personalità come evolve, ecco, questo mi attira molto, come un’attrice. È importante avere questa base dentro il ruolo che preparo!
Ti ringrazio tanto Ekaterina!
Ti chiediamo un saluto speciale per i lettori di OperaMundus e per coloro che vedranno l’intervista sui social.
Ben volentieri! Saluto tutti i fan di Opera Mundus, tutti quelli che seguono questo portale e seguono la mia arte, e ringrazio ancora una volta Opera Mundus per l’attenzione rivolta alla nostra Manon e a tutto il festival che ruota intorno a questa straordinaria idea del Teatro Regio di Torino di realizzare tre bellissime opere. Seguiteci anche su Rai Cultura il 25 ottobre alle ore 21; siamo tutti con voi, vi auguro buon ascolto e tante belle cose.
Grazie, Ekaterina!
Grazie a te, ciao!