La Stagione inaugurerà con Otello di Giuseppe Verdi, che sarà reso speciale dall’attesa interpretazione musicale di Myung-Whun Chung, in continuità con i diversi titoli verdiani che hanno inaugurato le scorse stagioni sotto la sua direzione. E se Verdi è senz’altro il fil rouge che lega le più recenti inaugurazioni di Stagione in Fenice, lo sono contestualmente anche i numerosi, interessantissimi debutti sulla sua partitura: basti ricordare quello di Chung nella direzione di Macbeth (2018), e che sarà una ‘prima volta’ anche per il tenore Francesco Meli quest’anno nel ruolo di Otello, a pochi anni di distanza dal debutto quale interprete di Manrico nel Trovatore (2011) e dal debutto italiano nel ruolo di Radames in Aida (2019). Il penultimo capolavoro del catalogo verdiano – dramma lirico in quattro atti su libretto di Arrigo Boito, tratto dall’omonima tragedia shakespeariana – venne completato dal compositore di Busseto negli ultimi giorni del 1886 e andò trionfalmente in scena al Teatro alla Scala di Milano il 5 febbraio 1887. Oltre a essere un capolavoro della scrittura verdiana, l’estremo approdo d’una concezione drammaturgica personale che segnò indelebilmente la storia della musica e del melodramma, Otello è anche un appassionato omaggio a Venezia, che si riscontra in numerosi aspetti squisitamente musicali della partitura così come nella trama quattrocentesca dominata dall’autorità indiscussa della Serenissima. Otello sarà proposto in un nuovo allestimento firmato dal regista Fabio Ceresa – con l’obiettivo di rendere questo allestimento patrimonio del teatro e del suo già ricchissimo repertorio – e vedrà in scena come interpreti principali, accanto a Francesco Meli, Francesca Dotto e Luca Micheletti. Cinque le recite in programma al Teatro La Fenice: il 20, 23, 26, 29 novembre, 1 dicembre 2024.
Sarà un momento di grande suggestione quello che vedrà il ritorno in scena della Traviata di Giuseppe Verdi nello storico allestimento – divenuto ormai un simbolo del Teatro veneziano – che inaugurò la Fenice ricostruita dopo l’incendio. Non solo per la messinscena, firmata dal regista canadese Robert Carsen, con le scene e i costumi di Patrick Kinmonth, un allestimento che a distanza di vent’anni dal suo debutto è diventato un pezzo imprescindibile della programmazione della Fenice, ma anche perché sul podio tornerà Diego Matheuz, il maestro che diresse quella serata speciale del 2004. Nel cast spiccheranno nei ruoli principali Marina Monzò, che debutta nel ruolo di Violetta, Francesco Demuro e Nicola Alaimo. Quattro le recite in programma al Teatro La Fenice: il 22, 24, 27 e 30 novembre 2024.
Con il nuovo anno tornerà come di consueto l’appuntamento con la grande danza: la Fenice presenterà infatti Romeo e Giulietta, coreografia di John Neumeier ispirato alla tragedia shakespeariana e basato su musiche di Sergej Prokof’ev, Adrian Piotrowski, Leonid Lawrowski e Sergej Radlow, che verranno eseguite dall’Orchestra del Teatro La Fenice diretta da Markus Lehtinen. La coreografia è un pezzo ‘storico’ del repertorio dell’Hamburg Ballet: si tratta del balletto in tre atti e un epilogo con le scene e i costumi di Jürgen Rose, che debuttò in prima assoluta a Francoforte nel 1971 – con il Frankfurt Ballet – e che venne poi riproposto nella nuova versione dall’Hamburg Ballet ad Amburgo nel 1981. La ripresa dello spettacolo a Venezia – sarà in scena al Teatro La Fenice il 15, 16, 17, 18 e 19 gennaio 2025 – è resa possibile grazie alla Kuehne Foundation e alla Hapag Lloyd Foundation.
Dalla cosiddetta ‘trilogia popolare’, il palcoscenico del Teatro La Fenice ospiterà Rigoletto di Giuseppe Verdi, il melodramma in tre atti su libretto di Francesco Maria Piave, tratto dal dramma storico di Victor Hugo Le Roi s’amuse, che esordì proprio al Teatro La Fenice l’11 marzo 1851. Sono note le vicissitudini della sua genesi, legate alle interdizioni della censura, che riteneva inaccettabile il ruolo negativo attribuito a un sovrano, indecoroso il soggetto ed empia la maledizione: Verdi però riuscì a superarle, ed entusiasta della pièce di Hugo – «è il più gran soggetto e forse il più gran dramma de’ tempi moderni. Tribolet è creazione degna di Shakespeare!» – riuscì a portare in scena il lavoro incontrando subito il favore del pubblico, anche se non quello della critica, disorientata dall’eccentricità del testo. Questo amatissimo titolo del grande repertorio sarà ripreso in laguna nell’allestimento che Damiano Michieletto realizzò nel 2017 per l’Opera Nazionale di Amsterdam, poi presentato a Venezia nel settembre 2021 in un regime anti-covid segnato dal distanziamento sociale e da limitazioni di capienza e finalmente riproposto in questa Stagione affinché un pubblico ancora più vasto ne possa godere. In questa suggestiva messinscena, il regista veneziano ambienta la tragica azione in un manicomio, dove il buffone di corte è stato rinchiuso dopo essere impazzito di dolore per aver involontariamente provocato la morte della figlia. Sul podio dell’Orchestra e Coro del Teatro La Fenice ci sarà uno specialista del repertorio quale è Daniele Callegari, che guiderà un cast stellare con interpreti principali Luca Salsi in alternanza con Dalibor Janis, Ivan Ayon Rivas in alternanza con Davide Giusti, Maria Grazia Schiavo in alternanza con Lucrezia Drei. Lo spettacolo sarà in scena al Teatro La Fenice il 7, 9, 11, 14, 16, 19, 23, 25 e 28 febbraio 2025.
In concomitanza con il carnevale di Venezia, tornerà in scena uno degli spettacoli più graditi del repertorio feniceo, Il barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini, nell’allestimento con la regia di Bepi Morassi e scene e costumi di Lauro Crisman, con Renato Palumbo alla direzione musicale e alla guida di un doppio cast composto per i ruoli principali da Antonino Siragusa e Dave Monaco; Marco Filippo Romano e Simone Del Savio; Chiara Amarù e Laura Verrecchia; Roberto de Candia e Lodovico Filippo Ravizza. Otto le recite in agenda: il 20, 21, 22, 26, 27 febbraio, 1, 2, 4 marzo 2025.
A trecento anni dalla scomparsa di Alessandro Scarlatti, sarà proposto un titolo di rara esecuzione, finora mai rappresentato a Venezia: Il trionfo dell’onore, una commedia in tre atti di Francesco Antonio Tullio, che debuttò in prima assoluta al Teatro dei Fiorentini di Napoli il 26 novembre 1718. Capolavoro di comicità – ed è l’unico titolo appartenente a questo genere a firma del compositore siciliano –, si ispira vagamente alla figura di Don Giovanni, che rivive nel personaggio del giovane dissoluto Riccardo Albenori, interpretato da un soprano en travesti. L’opera riveste una grande importanza dal punto di vista storico-musicale perché pose le basi per un nuovo modello di opera buffa: con una struttura drammaturgica e musicale coerente e con la preferenza della lingua italiana sul napoletano si può affermare che anticipò Pergolesi e gli altri esponenti della scuola napoletana. In questa occasione sarà proposta in un nuovo allestimento con la regia di Stefano Vizioli e con Enrico Onofri alla testa dell’Orchestra del Teatro La Fenice. Cinque le repliche al Teatro Malibran: il 7, 9, 11, 13 e 15 marzo 2025.
Andrà in scena Anna Bolena di Gaetano Donizetti, e per la Fenice sarà una sorta di debutto di epoca moderna, poiché l’ultimo allestimento veneziano risale al 1857. L’opera rappresenta il primo traguardo del Donizetti serio, un punto di svolta nella sua produzione e senz’altro uno degli apici dell’opera romantica in generale. Tragedia lirica in due atti, su libretto di Felice Romani ispirato principalmente al dramma Henri VIII di Marie-Joseph Blaise de Chénier, debuttò al Teatro Carcano di Milano il 26 dicembre 1830 ottenendo uno straordinario successo. A Venezia vi si misurerà Pier Luigi Pizzi, con Renato Balsadonna alla testa di Orchestra e Coro del Teatro La Fenice e di un cast composto per i ruoli principali da Lidia Fridman – al debutto nel ruolo della protagonista –, Alex Esposito, Enea Scala e Carmela Remigio. Cinque le recite in programma al Teatro La Fenice, il 28, 30 marzo, 1, 4 e 6 aprile 2025.
Per la prima volta in Fenice andrà in scena Der Protagonist: la prima opera di Kurt Weill, in un atto, su libretto tedesco Georg Kaiser, debuttò il 27 marzo 1926 alla Semperoper di Dresda. Weill aveva ventisei anni, all’epoca era principalmente un autore di musica da camera e canzoni, e con questo titolo raggiunse il successo. È chiaro cosa, dell’opera di Kaiser, attirò il futuro compositore dell’Opera da tre soldi: Der Protagonist è una sorta di ‘opera di ideali’, in cui ogni personaggio rappresenta un ‘concetto’ piuttosto che una persona realistica pienamente concretizzata. Il ruolo eponimo, quello del ‘Protagonista’, incarna l’idealismo artistico, quello della Sorella l’amore in tutte le sue forme terrene. L’opera è composta in uno stile assolutamente originale, di formidabile presa teatrale; la partitura è un gioiello di invenzioni, tra jazz, piacevolissime armonie e idee ritmiche sempre sorprendenti. Der Protagonist sarà proposto in un nuovo allestimento con la regia di Ezio Toffolutti e con Markus Stenz alla direzione musicale. Interpreti principali Matthias Koziorowsky e Martina Welschenbach. Cinque le recite in programma al Teatro Malibran, il 2, 4, 10, 13 e 15 maggio 2025.
Sarà poi di scena un nuovo allestimento dell’Attila di Giuseppe Verdi: questa nuova rivisitazione della nona opera del bussetano – seconda, in ordine cronologico, delle cinque composte per il Teatro veneziano – è ancora una volta l’occasione per il Teatro La Fenice di ripercorrere una tappa della propria storia, dal momento che l’opera intitolata al temibile condottiero unno esordì proprio alla Fenice, il 17 marzo 1846. La messinscena porterà la firma del regista Leo Muscato, e anche questa produzione ambirà a entrare nel novero del repertorio ‘stabile’ del Teatro veneziano. L’interpretazione musicale sarà affidata a Sebastiano Rolli, uno dei più promettenti e talentuosi direttori verdiani, che guiderà un cast composto per i personaggi principali da Michele Pertusi, Anastasia Bartoli e Andeka Gorrotxategi. Le repliche al Teatro La Fenice saranno cinque: i 16, 18, 20, 22 e 24 maggio 2025.
Dal repertorio francese, andrà in scena il capolavoro di Francis Poulenc, Dialogues des carmélites. E anche in questo caso si tratta di una prima rappresentazione veneziana. Vetta del teatro moderno, l’opera rievoca la storia delle sedici suore del Carmelo di Compiègne decapitate il 17 luglio del 1794 a Parigi nei giorni del regime del Terrore per non aver voluto rinunciare ai loro voti: un soggetto trasposto nel 1931 nella novella Die Letzte am Schafott (L’ultima al patibolo) di Gertrud von Le Fort, e poi nei Dialogues di Georges Bernanos editi nel ’49, fonte diretta della creazione di Poulenc. L’opera nacque su proposta dell’editore Ricordi a Poulenc, a sua volta dettosi folgorato dalla lettura dei Dialoghi proprio nel corso di un soggiorno romano. Il debutto il 26 gennaio 1957 al Teatro alla Scala di Milano registrò un successo trionfale. Il nuovo allestimento coprodotto con il Teatro dell’Opera di Roma porta la firma della visionaria regista siciliana Emma Dante: per lei sarà il debutto in Fenice; mentre la parte musicale sarà affidata a uno specialista di questo repertorio, quale è Frédéric Chaslin con interpreti principali Julie Cherrier-Hoffmann, Vanessa Goikoetxea e Anna Caterina Antonacci. Cinque le repliche al Teatro La Fenice, il 20, 22, 24, 28 giugno e 1 luglio 2025.
Tra i titoli più amati dal pubblico, andrà in scena Tosca di Giacomo Puccini. Melodramma in tre atti su libretto di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa, l’opera trae il soggetto dall’omonima pièce del drammaturgo francese Victorien Sardou, rappresentata a Parigi nel 1887, che Puccini ebbe l’occasione di veder recitata da Sarah Bernhardt a Milano e Torino nel 1889. L’esordio del lavoro pucciniano avvenne il 14 gennaio 1900 al Teatro Costanzi di Roma: da allora la vicenda d’amore e morte intrecciata al contesto politico tardo-settecentesco della restaurazione papale ha letteralmente dilagato, spopolando sui palcoscenici italiani e internazionali. Merito di un dramma ‘a forti tinte’, intessuto di azioni e passioni estreme come amore e gelosia, gioia e prostrazione, commozione e cinismo, tenerezza idilliaca e truce violenza. Ma anche della dirompente energia drammatica posseduta dalla sua partitura. Tosca verrà proposta in un nuovo allestimento con la regia di Joan Anton Rechi – e sarà il terzo titolo di questa Stagione a entrare nel repertorio delle produzioni fenicee – con la direzione musicale di Daniele Rustioni. Tra gli interpreti principali, Chiara Isotton e Riccardo Massi. Cinque le repliche al Teatro La Fenice, il 29, 31 agosto, 2, 4, 7 settembre 2025.
Seguiranno a stretto giro tre spettacoli di danza. A partire dalla Cenerentola del coreografo Jean-Christophe Maillot, nell’interpretazione dei Ballets de Monte-Carlo: una delle creazioni più amate della compagnia – debuttò nel 1999, Salle Garnier Opéra de Monte-Carlo – che hanno segnato una svolta nella storia della compagine monegasca. L’originale versione della Cenerentola di Jean-Christophe Maillot offre una toccante meditazione sul lutto, e sul modo in cui le persone che scompaiono modellano il futuro di coloro che restano. Le tre donne intorno a Cenerentola – la matrigna e le due sorellastre – sono figure fortemente erotiche che usano il loro fascino per ottenere ciò che vogliono; mentre la Fata è il radioso ricordo o magica reincarnazione della madre di Cenerentola. È grazie a lei che Cenerentola si libererà dalle trappole del mondo artificiale in cui l’abbiamo trovata per la prima volta. La musica di Sergej Prokof’ev sarà eseguita dall’Orchestra del Teatro La Fenice diretta da Igor Dronov. Lo spettacolo si avvale inoltre delle scenografie di Ernest Pignon-Ernest e dei costumi di Jérôme Kaplan. Cinque le recite in programma al Teatro La Fenice, il 18, 19, 20, 21, 23 settembre 2025.
Seguirà una serata con la Compagnia Larreal – Real Conservatorio Profesional de Danza Mariemma, punta di diamante della tradizione spagnola che da ottant’anni porta in scena i colori e ritmi della danza bolera. Nell’ambito di un unico spettacolo, dal titolo España, si susseguiranno quattro coreografie: Amalurra di Eduardo Martinez su musica di Kalakan & Amp, Euskadiko Orkestra, Pascal Gaigne e Manuel Garcia Matos; Mosaico barocco di Antonio Pérez su pagine di Johann Sebastian Bach e José de Nebra; Caronte di Albert Hernández e Irene Tena su musica di Manuel Urbina e Aire; infine El quinto elemento di Patricia Guerrero su musica di Agustín Diassera con la voce di Amparo Lagares. Lo spettacolo andrà in scena al Teatro Malibran il 3, 4 e 5 ottobre 2025.
Farà tappa a Venezia la Pockemon Crew, una delle compagnie hip hop tra le più titolate al mondo. L’irrefrenabile energia del gruppo guidato da Riyad Fhgani, nato alla fine degli anni Novanta sul piazzale davanti all’Opera di Lione, continua a imporsi nei maggiori contest internazionali e a girare il mondo con un successo travolgente. Al Teatro Malibran presenteranno una nuova versione di Hashtag, la coreografia su musica di Flavine Taulelle con la quale il gruppo esplora due mondi: quello dei social network e quello dell’hip hop, andando alla ricerca delle origini di certi movimenti di questa particolare danza. Lo spettacolo – prodotto da Association Qui fait ça? Kiffer ça! in coproduzione con Ville de Lyon, Région Rhône-Alpes – sarà in scena il 10, 11 ottobre 2025.
Chiuderà la Stagione Wozzeck di Alban Berg, che sarà proposto in occasione dei cento anni dalla prima rappresentazione assoluta. L’opera in tre atti, su libretto dello stesso compositore ricavato dal dramma incompleto di Goerg Büchner, andò in scena infatti per la prima volta alla Staatsoper di Berlino il 14 dicembre 1925. Particolarità che merita una menzione speciale: il capolavoro di Berg sarà proposto nella versione italiana presentata per la prima volta al Teatro dell’Opera di Roma nel 1942, con la partecipazione di due illustri veneti: il baritono Tito Gobbi e il direttore d’orchestra Tullio Serafin. Testo chiave dell’avanguardia del Novecento, Wozzeck concentra in un capolavoro di teatro musicale la straordinaria ricchezza dell’esperienza artistica maturata a Vienna in secoli di storia, da Mozart al crepuscolo dell’Impero. La narrazione, spezzata in quadri di grande forza emotiva, giustapposti come in un montaggio cinematografico, portano alla luce temi importanti come il militarismo disumanizzante, lo sfruttamento sociale, il sadismo, presentati in moto brutale e senza compromessi nel contesto di una vicenda di amore, gelosia e morte dal tenue gusto melodrammatico. E su tutto spicca la figura del protagonista, carica di umanità e di dolore. L’allestimento sarà a cura del regista Valentino Villa e affidato per la parte musicale a Markus Stenz, con Roberto de Candia nel ruolo del titolo e Lidia Fridman in quello di Marie. Dopo lunga assenza – l’ultimo allestimento veneziano risale al 1992 – sarà in scena al Teatro La Fenice il 17, 19, 21, 23, 26 ottobre 2025.
Due i titoli che andranno in scena nell’ambito della programmazione Education dedicata al pubblico delle scuole, dei giovani e delle famiglie. Tornerà Acquaprofonda di Giovanni Sollima, opera ‘civica’ contemporanea per tutte le età, vincitrice del Filippo Siebaneck al Premio Abbiati 2022. Su libretto di Giancarlo De Cataldo, l’opera ritrae con grande originalità uno dei temi più rilevanti del nostro tempo, l’inquinamento delle acque, e sarà proposta nell’allestimento AsLiCo con la regia di Luis Ernesto Doñas, e con l’Orchestra 1813 del Teatro Sociale di Como diretta da Eric Foster. Sarà in scena al Teatro Malibran il 31 gennaio, 1, 2, 4, 5 febbraio 2025.
E poi andrà in scena Arcifanfano re dei matti di Baldassare Galuppi: dramma comico per musica in tre atti su libretto di Carlo Goldoni, che debuttò al Teatro San Moisè di Venezia nel carnevale del 1750. Il nuovo allestimento sarà una prima rappresentazione veneziana in tempi moderni: la messinscena con la regia di Bepi Morassi, e con Francesco Erle alla testa dell’Orchestra del Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia, è realizzato in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Venezia, nel solco di una collaborazione già collaudatissima tra le due istituzioni veneziane. Le repliche in programma al Teatro Malibran sono quattro: il 2, 3, 4 e 5 aprile 2025.
Per informazioni www.teatrolafenice.it