Allora iniziamo, partiamo!
Vai!
Nella tua biografia si legge come il tuo debutto con La traviata di Giuseppe Verdi abbia segnato il tuo percorso professionale e ti abbia legato particolarmente al personaggio di Violetta Valery.
Ci spiegheresti questo particolare rapporto?
Sì, io ho debuttato con il maestro Muti all’Italian Opera Academy e questo esordio è come se mi avesse dato un timbro, perché da lì in poi per quasi 9 anni, Violetta è stato il personaggio che ho interpretato di più. Questo ruolo è un punto di arrivo di ogni cantante, invece per me è stato un punto di partenza; inizialmente è stato un grande shock, anche perché ricordo come se fosse ieri la prima audizione che ho fatto davanti al Maestro Muti, c’era anche la Signora Renata Scotto… mi stavo esibendo davanti a due colonne della storia del teatro! È stata veramente un’esperienza indimenticabile che mi ha segnato molto.
“ … ricordo come se fosse ieri la prima audizione che ho fatto davanti al Maestro Muti … ”
Poi ho un rapporto particolare con Violetta perché, come in tutti i ruoli, ho messo tutto quello che avevo di mio nel personaggio, facendo tesoro delle esperienze, anche quelle negative. La sofferenza, l’aver vissuto la morte da vicino di una persona a me cara, aver vissuto il dolore di questa persona e allo stesso tempo aver vissuto Violetta ed il suo modo di essere alla fine, nei momenti finali, quasi pacifica, con una attitudine di consolazione, mi ha portato a non capirla quando studiavo Traviata, soprattutto nell’ultimo atto, quando lei consola Alfredo e non solo, anche il padre che le ha fatto male, che è stato la causa della sua sofferenza principale. In questo senso sono affezionata al personaggio di Violetta, mi ricorda tante cose positive ma anche tante cose negative.
Possiamo definire il rapporto in un certo senso catartico o la vedi più come un personaggio da cui prendere spunto?
Sicuramente tutti i personaggi insegnano, tutte le storie insegnano, quindi sicuramente Violetta è una “persona” da cui prendere esempio, che mi ha insegnato tanto, la forza, il sacrificio, che adesso è un valore che non esiste; oggi abbiamo tutto fruibile in modo veramente facile ed è la motivazione per cui non siamo felici nella vita!
Quando vogliamo raggiungere un obiettivo vogliamo che sia raggiungibile facilmente, in realtà non è così, sono le dure prove da affrontare per raggiungerlo, ma queste prove rendono questo obiettivo incredibile e straordinariamente bello.
Rimanendo sempre in tema verdiano, possiamo dire che conosci La traviata meglio del compositore stesso…
No! Non mi permetterei mai di pensare una cosa del genere, mi approccio allo spartito sempre con grande umiltà; penso di essere una persona umile e semplice, e cerco sempre di imparare.
“… penso di essere una persona umile e semplice …“
Ri-formuliamo la domanda allora: Noi non ne sappiamo quanto Giuseppe Verdi su La traviata, però se tu potessi tornare indietro nel tempo ed essere lì con lui mentre la compone, che consiglio gli daresti per migliorare l’opera? Avresti qualcosa da recriminargli?
Che domanda terribile! (ride)
Non potrei mai dare consigli, è tutto straordinariamente meraviglioso; l’unica cosa che posso dire è che è stato un po’ “cattivo” nel primo atto con Violetta, perché con tutte quelle agilità tremende… !
Ogni volta quando sento il coro che canta “…Si ridesta in ciel l’aurora!….” lì, inizio a tremare, nonostante io abbia cantato tantissime volte l’opera. Tutte le volte che sento quel coro dico tra me e me “Signore ti prego salvami, dammi la forza!” e cerco di carpire le energie da tutti i coristi, da tutti i colleghi e li guardo per dire, aiutami ti prego!
Effettivamente Verdi si è un po’ sbizzarrito con la scena finale del primo atto, che è il terrore della maggior parte dei soprani. Quindi se fossi lì gli direi:
” Un po’ meno agilità dai! “
Lui l’avrà fatto sicuramente per tenere sveglio il soprano, se inventeranno una macchina del tempo andremo a dirglielo!
Rimanendo in tema Traviata, nella versione registica di Alice Rohrwacher, che ha debuttato nel 2016, la regista era la prima porta che si cimentava nella creazione di un’opera lirica.
Pensi che lo stile con cui è stata creata la regia sia diverso rispetto a quello di un regista lirico? Fra gli stilemi della regia ne riconosci qualcuno tipico cinematografico e atipico nell’opera?
Allora in quella circostanza sì, perché l’idea registica di Alice Rohrwacher era stupenda, soprattutto a livello scenografico. Però ricordo quel tappeto di pelliccia che era super fonoassorbente e un nido di acari; questo è un elemento che molto probabilmente un regista di teatro non avrebbe messo… alcune cose erano complesse anche a livello tecnico e, per il pubblico, che chiaramente non presenzia alle prove di regia, credo sia stato molto difficile capire quello che volesse comunicare la regista. In quel allestimento eravamo come all’interno della pancia di Violetta, nella sua sfera più intima.
Ho apprezzato invece il rispetto che ha avuto Alice Rohrwacher nell’approfondire l’opera, la trama e la storia, non ha stravolto nulla, cosa che adesso oggi capita soventemente.
Trovarsi in ambientazioni che sono del tutto trascendenti rispetto a quella dell’opera che ha voluto il librettista e il compositore, secondo me a volte è un po’ fuori luogo, in tutti i sensi. Oggi si cerca di rispolverare un oggetto antico che però è bello, prezioso, affascinante proprio perché tale.
L’Opera è molto più moderna di quello che si pensi, le storie sono quelle che possiamo vivere tutt’oggi e che viviamo, e gli interpreti sono spesso i giovani: non serve stravolgere la trama per avvicinare il pubblico. Trovo interessante invece il connubio, utilizzato anche da Sofia Coppola, tra cinema e moda. Alice lo ha realizzato servendosi della sua collaborazione con Miuccia Prada, per le recite abbiamo indossato abiti di Miu Miu, che erano meravigliosi.
Trovo che questo sia un modo interessante per rendere l’opera fruibile a chi è interessato a vederla anche solo per i costumi. Tante volte si ha paura di andare a teatro per varie motivazioni, trovo che questi connubi con la moda, con il cinema siano interessati; sempre se fatti nel rispetto del compositore e del librettista.
Tornando al tuo debutto con Muti, avvenuto nel 2015, quando sei stata selezionata dal Maestro per lo studio del ruolo di Violetta, protagonista dell’opera La traviata.
Che consiglio daresti ai cantanti alle prime armi che faticano a trovarsi delle possibilità, anche un po’ per paura?
I consigli quelli che danno tutti: studiare tantissimo, avere una preparazione profonda, che non vuol dire solo sapere le note, ma conoscere il testo; tante volte sento cantanti giovani che hanno una bellissima voce, che cantano perfettamente, ma che magari non esprimono, perché semplicemente non pensano a quello che stanno dicendo, cantando. Bisogna vivere il personaggio e interpretarlo cercando di fare tesoro delle proprie esperienze e della propria vita, seppur breve; io ho iniziato dieci anni fa e non avevo l’esperienza che ho oggi, i miei ruoli sono maturati. All’inizio ricordo di aver studiato Traviata per un anno, ho letto il romanzo da cui è stata tratta, in che periodo storico è stata pensata.
Ci vuole comunque e soprattutto un pizzico di fortuna, bisogna trovarsi nel posto giusto al momento giusto, ma è anche vero che la fortuna bisogna cercarsela; non bisogna aver paura di scrivere agli agenti, di farsi ascoltare, è necessario registrarsi sempre; io oggi ad esempio sono andata a lezione dalla mia insegnante e mi sono registrata, lo faccio per migliorarmi. E poi è importante anche fare un lavoro psicologico personale. Io sono una persona timida e sono sempre stata molto introversa e per me il teatro è stata la mia cura, mi ha aiutato a vincere la timidezza, a saperla gestire, e mi ha fortificato tantissimo. Viaggiare, bisogna viaggiare, conoscere, non aver paura di studiare le lingue, non aver paura di andare a conoscere mondi estranei.
“ Bisogna essere curiosi! ”
Dove ti vedremo impegnata negli appuntamenti futuri? Hai già in mente qualche ruolo in cui ti piacerebbe debuttare?
La stagione prossima sarà abbastanza impegnativa perché debutterò inizialmente in Madama Butterfly nel ruolo eponimo, un super titolo che sognavo di poter cantare, e finalmente è arrivata la possibilità che stavo cercando e che ho accettato, seppur con paura.
Canterò prima a Malaga e poi farò l’inaugurazione di stagione a Piacenza; verrà ripresa anche a Ferrara.
Poi debutterò in Cleopatra nel Giulio Cesare d’Egitto, un ruolo che non avrei mai immaginato di potermi cimentare e neanche di cantare, a Toulouse in Francia, dove l’anno scorso ho interpretato una Traviata meravigliosa, con una regia stupenda, e sempre a Toulouse, debutterò anche in Norma, nel ruolo principale. Anche questa sarà una bellissima sfida.
Già debuttare in questi tre titoli è per me un sogno.
Ritornando al discorso fatto prima, una cosa importante per me è essere consapevoli delle proprie conquiste e gratificarsi sempre. Ho fatto questo errore in passato, di pensare di essere stata fortunata, no, l’ho conquistato! A volte la paura non mi ha permesso di godermi il momento; il mio consiglio è di viversi il momento, gratificarsi ed essere orgogliosi di ogni traguardo raggiunto. Io sono felicissima di fare questi debutti, ringrazio i miei agenti per questo, senza di loro “noi” non potremmo cantare.
Ho ancora dei sogni nel cassetto. I ruoli in cui vorrei debuttare sono tanti, ne mancano molti alla mia lista, ma li voglio fare tra qualche anno, perché mi ritengo ancora troppo giovane per questi, parlo di: Un ballo in maschera e dell’innominabile Forza del destino!
Ti facciamo gli auguri per questi traguardi futuri e spero possano essere conquistati!
L’ultima domanda, un po’ una nota dolente… Ultimamente abbiamo appreso dai tuoi canali social che non stai passando un bel periodo, hai voglia di parlarci di cosa sta succedendo?
È vero, è un momento difficile, perché sono vittima da anni ormai (il primo messaggio è arrivato nel marzo del 2022) di gravi diffamazioni, ingiurie e molestie, perpetrate da parte di una persona di cui conosco solo l’identità falsa sui social. Nonostante io abbia sporto denuncia verso questa persona, un anno fa circa, ha ripreso a scrivermi in privato e pubblicamente con più perfidia e malvagità. Ovviamente tutto ciò mi ferisce e non poco, per questo motivo continuo ad agire legalmente nelle sedi competenti per la tutela dei miei diritti.
Tuttavia, in seguito ad un post da me pubblicato un mese e mezzo fa (circa), in cui dichiaro il fatto, sono stati numerosissimi i messaggi di colleghi, fan, dirigenti di teatro e agenzie che hanno espresso solidarietà, ma anche tanta stima e affetto.
Voglio ridimensionare il tutto, concludendo che
” … la crudeltà di questa persona è nulla rispetto alle tantissime persone meravigliose che mi circondano.“
Mi dispiace sentire queste cose, spero che si possa risolvere tutto. Queste situazioni sono cose che capitano, non determinano assolutamente la persona che sei, anche professionalmente, e questo sappiamo essere un pensiero comune di tanti teatri e di persone che hanno avuto modo di conoscerti. Speriamo di vedere presto il tuo post cancellato.
Ora faremo un gioco, io ti farò delle domande e tu potrai rispondere con la prima risposta che ti viene in mente, di getto… Vai!
Puccini o Verdi?
No ti prego! Puccini in questo momento.
Mai avuto una “crush” sul lavoro?
No
Personaggio lirico più sexy?
Duca di Mantova
Personaggio lirico più antipatico?
Nessuno, hanno tutti delle belle arie!
Bohème o Traviata?
Traviata
Teatro più bello in cui tu abbia mai cantato?
San Carlo di Napoli, anche se sono affezionata al Teatro La Fenice, lo amo, è casa mia
Se dovessi descrivere in una parola cos’è la musica per te, quale sarebbe?
Sogno, il mio sogno
Hai voglia di mandare un saluto agli amici di Opera Mundus?
Abbraccio gli amici di Opera Mundus perché mi avete regalato un sorriso e avete rallegrato la mia giornata! Spero che mi seguiate tutti numerosi e ora che vi conosco diventerò anche io una vostra super follower!
Grazie Claudia!