Ein deutsches Requiem (Requiem Tedesco), di Brahms, è una di quelle composizioni sicuramente conosciute, ma in un qual senso un po’ dimenticate, certamente non cosi sovente rappresentate e che comunque non godono della fama di cui meriterebbero.
L’errore più grande, approcciandosi a tale composizione, è aspettarsi un requiem nel senso letterale del termine, inteso dunque come messa funebre del Missale Romanum cattolico, a cui appartengono nel genere i ben più conosciuti lavori mozartiani e verdiani. Superato questo pregiudizio che si potrebbe avere giungendo ad un primo ascolto impreparato, si finirà presto per capire come l’opera del compositore tedesco sia in realtà una composizione estremamente intima, profondamente riflessiva e forse quasi più filosofica che religiosa, basti pensare alla genesi di questo requiem, nato dall’impulso dato dalla morte della madre di Brahms. E se la versione originale di Ein deutsches Requiem risulta già fortemente impregnata di intimità meditativa, la versione andata in scena la scorsa sera al Teatro Carlo Felice di Genova, con l’orchestra sostituito dal pianoforte a quattro mani, denominata versione di Londra in quanto rappresentata la prima volta nel 1870 nella capitale inglese, non fa che accentuare ancor più tale forza riflessiva e la forte sensazione di raccoglimento che ne genera la rende a tratti quasi un’opera cameristica.
Il Coro dell’Opera Carlo Felice è il protagonista assoluto ed eccelso della serata, assolutamente impeccabile ed emozionante, che non delude le aspettative ma anzi le conferma e le esalta.
Ottimi anche i due solisti, il soprano Sofia Pezzi ed il baritono Tiziano Tassi, a cui si riconosce non solo la bellezza del timbro, ma una grande eleganza nel fraseggio e nell’interpretazione, che vanno a sposare perfettamente la composizione.
Pregevole il lavoro delle pianiste Antonella Poli e Patrizia Priarone, anche loro interpreti raffinate e non solo convincenti ma assolutamente complete ed emozionanti.
Nulla si può aggiungere a quanto non già detto, ripetendo gli elogi anche per la direzione di Claudio Marino Moretti, sottolineando il merito finale di aver creato una serata di cosi alto livello artistico, completa sotto ogni aspetto, e premiata dal pubblico genovese con meritati lunghi e calorosi applausi.